Lo SNALS-CONFSAL denuncia la cancellazione - per il
personale di scuola, università e ricerca - dalle anzianità di servizio dei
prossimi 3 anni. Si colpisce così soltanto questa tipologia di personale,
che fruisce di una progressione economica per anzianità, sia sul piano
retributivo immediato sia sul piano previdenziale (pensione e buonuscita).
Una penalizzazione aggiuntiva rispetto a quella che
colpisce tutto il pubblico impiego con il blocco dei contratti e delle
retribuzioni. Il personale della nostra scuola, che percepisce retribuzioni di
gran lunga inferiori alla media europea, aveva trovato un minimo riequilibrio
nello sviluppo per anzianità, già coperto con le attuali risorse contrattuali e
non bisognoso di nessuna risorsa aggiuntiva per i prossimi anni. Altri danni
arrivano dall’intervento sui trattamenti di fine rapporto con cui il datore di
lavoro “Stato” decide di rateizzare il pagamento di somme che dovrebbero essere
via via accantonate per il lavoratore e, quindi, immediatamente e integralmente
disponibili per l’erogazione al momento del collocamento a riposo.
Lo SNALS-CONFSAL, pur disponibile a valutare interventi correttivi della spesa pubblica, intende
reagire con fermezza di fronte a scelte che non paiono del tutto ispirate a
principi di giustizia ed equità. Esse colpiscono ingiustamente i dipendenti
pubblici di scuola, università e ricerca che sono da considerare un settore di
investimento produttivo per il Paese”.
Lo SNALS-CONFSAL proclama l’immediato stato di agitazione e la mobilitazione della categoria
con l’adozione di opportune iniziative. Auspica che questo avvenga di concerto con le altre OO.SS. che si
pongono in termini costruttivi di fronte ai problemi e non di opposizione ideologica e strumentale.
Qualora la situazione non si sblocchi attraverso le necessarie modifiche apportate in sede di conversione
in legge del decreto, lo Snals-Confsal intraprenderà opportune iniziative.