La manovra va corretta per non far pagare il costo solo a lavoratori e pensionati
La Confsal - quarta confederazione sindacale italiana – ha partecipato
all’incontro di Palazzo Chigi tra governo e parti sociali sulla manovra correttiva per la
stabilizzazione finanziaria e la competitività economica.
Secondo la Confsal l’attuale emergenza ha confermato ancora una volta che un paese con un alto
debito pubblico, come l’Italia, non può essere condizionato pesantemente da un’evasione fiscale e
contributiva di 120 miliardi annui di euro e da enormi diseconomie e sprechi di spesa, né può affidare il
destino della crescita agli effetti di fattori esogeni, ignorando la spinta della domanda interna. Le
“miopi” politiche economiche e finanziarie degli ultimi anni hanno reso vulnerabile un’economia che,
con l’incentivazione della produttività e con adeguati investimenti nei settori strategici, potrebbe
tornare a crescere al livello dei maggiori paesi dell’Eurozona e dell’Occidente.
Per quanto riguarda la manovra correttiva, oltre all’ “equità sociale” la Confsal ha chiesto che lo Stato,
con le istituzioni pubbliche, eviti di diventare il peggiore datore di lavoro italiano, penalizzando sempre
pesantemente i lavoratori del pubblico impiego con il taglio e il congelamento delle retribuzioni.
La Confsal, infine, ha sostenuto che, a parte l’entità dei 24 miliardi, la manovra va emendata per
renderla almeno “meno iniqua e più sostenibile” per lavoratori e pensionati. A questo punto, il Governo
non può più sfuggire all’impegno politico di avviare un’equa riforma fiscale e di potenziare la lotta
all’evasione e agli sprechi della politica.