Premesso che SI STA COMMENTANDO SOLO UNA BOZZA, DI CUI NON SI CONOSCE IL GRADO DI ATTENDIBILITA’, non è, infatti, ancora noto il testo inviato al
parlamento; si formulano, per ora, alcune considerazioni sull’impianto generale con specifico riferimento ai temi più scottanti che si possono cosi
schematizzare:
- vi è un elemento positivo legato al cambio di rotta del Governo che, ascoltando la voce del personale, ha confermato l’attuale meccanismo degli scatti
di anzianità;
- è positiva, anche se va meglio definita, la istituzione del finanziamento per i docenti per le loro spese culturali e l’incremento del FUN per i
dirigenti scolastici;
- è condivisibile la previsione che il merito andrà remunerato con risorse aggiuntive, come da sempre rivendicato dallo SNALS-CONFSAL; ma non è
accettabile pensare di affidare l’individuazione dei destinatari ad un organo monocratico (il Dirigente Scolastico);
- è certamente da salutare con favore la stabilizzazione dei docenti delle GAE e dei vincitori dell’ultimo concorso, ma, nella logica di voler
stabilizzare il personale precario per iniziare una nuova epoca di reclutamento solo per concorso, l’ipotesi è minata alla base da omissioni che
non solo sono profondamente ingiuste, ma creeranno un contenzioso dalle dimensioni difficilmente quantificabili, in particolare in relazione alla
mancata previsione di analogo provvedimento per il personale ATA e, con riferimento ai docenti, all’esclusione nell’individuazione degli aventi
diritto di quanti nutrivano “legittime aspettative”, che nascevano sia da situazioni precedenti (a titolo esemplificativo e non esaustivo: idonei
dell’ultimo concorso, idonei dei concorsi precedenti per classi di concorso per cui non ne erano stati banditi di nuovi, personale che rientra
nelle fattispecie della recente “sentenza europea”, personale abilitato non compreso nelle GAE, personale col titolo e servizio di rilevante durata
…….) sia dalle stesse dichiarazioni di esponenti di governo e di partito, e nei cui confronti devono essere previste soluzioni, seppur con eventuale
necessaria gradualità;
- non è accettabile il ruolo che si potrebbe definire “dittatoriale” attribuito al dirigente scolastico nei confronti del personale e su tutta una
serie di altri temi che dovrebbero vedere protagonisti anche a livello deliberativo, per le parti di propria competenza, Collegio Docenti e
Consiglio d’Istituto;
- non è chiara, ma è certamente eccessivamente macchinosa la definizione del futuro organico dell’autonomia sia per la fase a regime che per quella
transitoria; va evidenziato che su tutto il percorso incombe la solita frase “nel limite delle risorse finanziarie disponibili” (quali,
quante e definite come e da chi ?). Anche a questo riguardo non si parla del personale ATA che pure è parte essenziale per il funzionamenti della
scuola;
- inaccettabile è lo svilimento delle competenze del Collegio Docenti; un esempio per tutti: è “sentito” dal dirigente scolastico e, quindi, perde
potere deliberativo previsto attualmente su alcune tematiche;
- i docenti vedono i loro ruoli passare da provinciali a regionali articolati per gradi di istruzione e con ampiezza definita dagli uffici scolastici
regionali, con tutte le conseguenze negative legate al potere di chiamata dei dirigenti scolastici, all’assenza di titolarità e alle conseguenze da
definire in termini di mobilità; vi è solo una norma di “apparente” salvaguardia per coloro che sono già a tempo indeterminato alla data di entrata
in vigore della legge;
- non si può condividere l’invadenza del testo su aspetti contrattuali, vedi ad esempio: obblighi di servizio (vedi obbligo non quantificato di
formazione), mancata possibilità di ripetere il periodo di prova;
- preoccupazione nasce anche da un numero eccessivo di deleghe al Governo, anche su tematiche estremamente delicate; anche quella che potrebbe
sembrare positiva, legata all’emanazione entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge, di un atto di indirizzo per la stipula di un nuovo
contratto collettivo per il personale della scuola e per l’area V della dirigenza scolastica, è, in realtà, “un bluff” perché dovrebbe riguardare
solo il “riordino delle discipline contrattuali” e non prevede, quindi, la parte economica !!!
Da un primo esame della bozza escono, quindi, forti motivi di preoccupazione e molti aspetti di assoluta non condivisione. Se verranno confermati,
come temiamo, da un esame del testo ufficiale, lo SNALS-CONFSAL continuerà, anche durante tutto l’iter parlamentare, ad operare affinché vengano emendate
dal testo in sede di conversione tutte le “invasioni di campo” sul piano contrattuale e vengano apportate al provvedimento le modifiche ed integrazioni
necessarie per dare alla scuola e ai suoi operatori le risposte e le tutele che attendono.
Si allega:
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