Dall'assunzione dei precari non arriveranno costi ma risparmi

In merito all'assunzione tra un anno dei 149mila precari della scuola annunciata qualche giorno fa dal premier Renzi lo Snals-Confsal nutre una certa perplessità non solo rispetto ad alcuni contenuti del provvedimento annunciato ma anche rispetto alle dichiarazione del premier Renzi, il quale – ci sembra – vuol far passare un diritto (la stabilizzazione) come un favore accordato e spaccia per un investimento di 3 miliardi quello che in realtà è un risparmio.

Anzitutto, va detto i 149mila precari stanno già lavorando nella scuola come organico di fatto e garantiscono la sua possibilità di funzionamento. Che siano organico di fatto e non di diritto nulla toglie alla necessità della loro presenza. Se non ci fossero, altro che classi di 30 alunni. E poi la legge per assumere i 149mila a tempo indeterminato - e quindi abolire la differenza tra organico di fatto e organico di diritto per arrivare a un unico organico funzionale – c'è già. Basterebbe applicarla (fu fatta quando ministro dell'Istruzione era Profumo).

Il governo ha parlato di un investimento di 3 miliardi per l'operazione di stabilizzazione, ma si tratta di 3 miliardi ipotetici, dato che solo il governo ha potuto calcolare le anzianità da qui a due anni. In ogni caso si tratterebbe di 3 miliardi risparmiati e non investiti. Vediamo perché.

Il governo ha dichiarato che tra un anno assumerà a tempo indeterminato questi precari ma che toglierà loro gli scatti di ricostruzione di carriera che – va notato – non sono un accessorio del salario ma sono costitutivi dello stesso. In effetti, al secondo anno dell'assunzione, per chi maturasse uno scatto d'anzianità per gli anni precedenti, ci dovrebbe essere una progressione stipendiale per la ricostruzione di carriera, ma se gli scatti non ci saranno allora non ci sarà neppure l'esborso dei 3 miliardi.

Inoltre, crediamo che con questa operazione di stabilizzazione annunciata dal governo gli scatti di carriera verranno tolti a tutti e non solo ai precari stabilizzati. Praticamente, verrà fatto un taglio lineare su tutto il personale della scuola. Si capisce anche l'insistenza con cui Renzi punta sul merito come vero fattore di giudizio così da far percepire l'anzianità come valore negativo. Insomma, si fanno i tagli senza far vedere che si fanno.

Va precisato anche che il risparmio statale di 3 miliardi non sarebbe una tantum ma strutturale. Anzi, il risparmio sarebbe ancora maggiore. Questo perché con la stabilizzazione dei 149mila precari il governo risparmierebbe ogni circa 600/650 milioni di costi burocratici, oneri riflessi e di Tfr non versato annualmente ma a fine carriera. Ma la voce più importante deriverebbe dal venir meno del versamento all'Inps, pari all'1,61% in più sullo stipendio mensile di ogni precario (dovuti per Aspi e mini-Aspi) che oggi, paradossalmente, costa di più del lavoratore a tempo indeterminato.

Per l'esattezza, se si calcola uno stipendio medio lordo di 31.305,25 euro (che è uguale per precari e non), ogni anno un precario costa in più allo stato 2.641,70 euro. Questa cifra moltiplicata per 149mila dà 393,61 milioni risparmiati ogni anno. Quindi, per le casse dello stato: 3 miliardi non investiti, anzi praticamente risparmiati, più altri 600/650 milioni di risparmi annui di cui 400 milioni solo per diminuzione dei versamenti Inps.

Tutto questo verrà fatto, a sentire il governo, scambiando un diritto del personale della scuola, la stabilizzazione, con un taglio netto e lineare agli stipendi di tutti coloro che vi lavorano. In pratica, si tratterà di sostituire i soldi degli scatti con quelli dati a una parte del personale in base al merito ... merito calcolato come e da chi? Dai genitori? Dagli alunni? Da altri insegnanti? Nessuno finora ha fatto una proposta che possa funzionare e non è un caso. Se questa impostazione passasse, ci sarebbero ulteriori problemi all'interno degli istituti, tra amministrazione e docenti, tra questi e le famiglie e tra gli stessi docenti.

Per concludere, lo Snals-Confsal ritiene che la stabilizzazione dei precari sia un fatto positivo ma che sia anche un atto dovuto. Quel che è certo è che le risorse da investire il governo non deve trovarle a spese del personale della scuola - compresi gli stessi precari. Le trovi altrove. Più volte, nelle nostre proposte, abbiamo indicato dove.

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