Manovra finanziaria “MONTI”

La Confsal: è sciopero generale


Un Governo “ di impegno nazionale” non può tradire la sua stessa “natura”, abbandonando il percorso obbligato su legalità, rigore, equità, crescita e riducendo, in nome dell’emergenza, il suo intervento a “fare cassa” gravando ulteriormente lavoratori dipendenti, pensionati e contribuenti onesti, come purtroppo ha fatto con la manovra in corso di approvazione in Parlamento.

 

I motivi: gravi iniquità, rischio di stagflazione, maggiore illegalità in economia e lavoro

di Marco Paolo Nigi

 

 

La Confsal, con alto senso di responsabilità, ha presentato con la dovuta tempestività al “Governo di impegno nazionale” un documento di proposte e considerazioni per un progetto equo e condiviso su “crescita, stabilità finanziaria, ruolo dell’Italia in Eurozona e in Unione Europea”.

L’articolata proposta politico-sindacale è basata sull’affermazione della legalità nell’economia, nella finanza e nel lavoro e della equità fiscale e sociale.

Successivamente, la Confsal ha potuto apprezzare la filosofia e alcuni passaggi del discorso programmatico tenuto dal Presidente del Consiglio, Sen. Mario Monti, in Parlamento, per la fiducia, sul difficile cammino dell’Italia sulla strada obbligata del risanamento dei conti pubblici e della crescita economica.

Il 6 dicembre, con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale del Decreto-legge n. 201 “Disposizioni urgenti per la crescita, l’equità e il consolidamento dei conti pubblici” si è infranta ogni nostra legittima aspettativa per un provvedimento effettivamente segnato da discontinuità per quanto riguarda la legalità, l’equità, la crescita economica e occupazionale.

Abbiamo valutato con la dovuta serietà e il necessario approfondimento i provvedimenti su previdenza e pensioni, fisco, casa e crescita e abbiamo dovuto prendere atto con disappunto e rabbia che eravamo di fronte ad una manovra recessiva, inflattiva, chiaramente iniqua e fortemente penalizzante per lavoratori dipendenti, pensionandi e pensionati.

A distanza di poche ore della nostra valutazione negativa, la Corte dei conti, in sede di audizione alla Camera dei Deputati, ha evidenziato “il rischio reale che il ricorso prevalente a manovre che impiegano lo strumento fiscale concorra a determinare una spirale negativa in termini di impatto sociale e di crescita economica”. Ha, inoltre, sostenuto che l’aumento dell’aliquota Iva e delle accise sui carburanti avrà un effetto di maggiore inflazione che, prudenzialmente, può essere stimato di almeno un punto percentuale.

La Banca d’Italia, sempre in audizione alla Camera, ha indicato il grave vuoto delle “misure per crescita e lavoro e di contrasto all’evasione fiscale” e ha confermato la previsione degli effetti restrittivi sul Pil per un biennio e il livello alto di pressione fiscale, intorno al 45%.

Pertanto, la Confsal, autorevolmente confortata nella sua valutazione, ha potuto concludere che il decreto 201 tradisce il suo “nome”, almeno per crescita ed equità, rivelandosi strumento iniquo sul piano sociale e altamente rischioso per recessione e inflazione. Rimane soltanto la speranza che il provvedimento concorra al consolidamento dei conti pubblici e della moneta europea.

Il Decreto 201 è iniquo per la previsione sulla riforma del sistema previdenziale e pensionistico, sul fisco (aumento delle aliquote Iva, innalzamento delle accise sui carburanti, reintroduzione dell’Ici sulla prima casa, sotto forma di Imposta municipale unificata- Imu); è elusivo per quanto riguarda l’eliminazione dei privilegi e degli sprechi, inadeguato sulla lotta all’evasione e all’elusione fiscale e contributiva, sulla riduzione dei costi della politica e soprattutto per quanto riguarda il sostegno alla crescita per i prevedibili effetti negativi della contrazione della domanda interna.

I lavoratori del pubblico impiego, già pesantemente gravati dalle recenti manovre finanziarie del precedente Governo con provvedimenti restrittivi e iniqui su previdenza e pensioni, tfr, blocco degli stipendi, mobilità e drastico e irrazionale ridimensionamento della pubblica amministrazione, sono ulteriormente penalizzati dalla manovra Monti, al limite della sopportabilità.

In considerazione di tutto questo e interpretando il diffuso e profondo disagio dei lavoratori dipendenti e dei pensionati, la Confsal, con le sue Federazioni, ha proclamato lo sciopero generale articolato in più giorni e con diverse modalità.

Ora, ci aspettiamo dal Governo fatti concreti e atti efficaci sul fronte della legalità in economia e nel lavoro e della equità fiscale e sociale, nonché un confronto autentico e serio con le Parti sociali, - che, al momento, è clamorosamente mancato.

Fuori da questa prospettiva non può esserci “coesione sociale” e non si può “fare sistema” per superare con alto senso di responsabilità la grave crisi finanziaria, economica e sociale.

Un Governo “ di impegno nazionale” non può tradire la sua stessa “natura”, abbandonando il percorso obbligato su legalità, rigore, equità, crescita e riducendo, in nome dell’emergenza, il suo intervento a “fare cassa” gravando ulteriormente lavoratori dipendenti, pensionati e contribuenti onesti, come purtroppo ha fatto con la manovra in corso di approvazione in Parlamento.