INTERVISTA A MARCO PAOLO NIGI: “UN CAMBIAMENTO EPOCALE?”

 

Pubblichiamo l’intervista del Segretario Generale Prof. Marco Paolo Nigi rilasciata alla rivista mensile delle ACLI “AESSE” n. 2/2009

 

da AESSE (Mensile delle ACLI) - n. 2 - Febbraio 2009

 

Intervista a Marco Paolo Nigi

UN CAMBIAMENTO EPOCALE?

a cura di Elisa Cerasoli

 

Abbiamo visto i sindacati scendere in piazza per il ritorno al “maestro unico”. Ma il segretario generale dello Snals Confsal, Marco Paolo Nigi, ci ha proposto una visione d’insieme sulla riforma in atto che forse rompe gli schemi consueti.

 

Quali sono le criticità attuali del sistema scolastico?

Lo scarso riconoscimento di autorevolezza educativa che i giovani dovrebbero alla scuola. Abbiamo abbandonato da tempo un sistema di serietà degli studi e di impegno degli alunni.

L’insegnante passa principalmente il suo tempo a sedare la confusione in classe e non riesce a trasmettere conoscenza e non assolve al suo compito. Agli insegnanti è stata tolta la dignità professionale.

In che senso?

Si è invertito il rapporto tra la scuola e il resto della società a causa degli interventi sbagliati di soggetti esterni come mass media e politica.

Per l’insegnante l’autorevolezza è un’arma del mestiere: noi l’abbiamo disarmato e lui ha mollato. La conseguenza è che tutto va avanti in uno scadimento generale verso il basso.

E’ una catena che va spezzata. Solo così l’insegnante sarà rimesso al proprio posto. Alcune cose sono state fatte e noi come sindacato siamo soddisfatti: esami di maturità all’esterno, ritorno ai voti, ritorno al voto in condotta. Sono piccoli passi positivi che fanno intravedere la possibilità del cambiamento epocale di cui abbiamo bisogno.

Parliamo di cambiamento epocale attraverso dei ritorni al passato?

Questo lo dice chi è contrario al ripristino di cose che devono funzionare. Non mi verrebbe mai di dire che il ritorno al passato è un fatto deleterio… Ma non c’è un ritorno al passato, perché la società e il lavoro sono cambiati. Mi piacerebbe, questo sì, un ritorno alla serietà e all’autorità di un tempo, quando si sapeva che a scuola si andava per imparare.

Perché in 15 anni di riforme della scuola non c’è stato il cambiamento epocale?

Perché tutte intervenivano sulla struttura e non sul contenuto.

E cosa dovrebbe prevedere una riforma congeniale ai sindacati che sono sempre scesi in piazza contro le riforme proposte dai vari ministri all’Istruzione?

Lo ripeto, le ultime sono state riforme sul contenitore: chi voleva la scuola primaria in un modo, chi voleva il liceo di 4 anni…. Solo la Gelmini è intervenuta sul contenuto. La vera riforma in atto non è quella del maestro unico - contro la quale siamo comunque scesi in piazza - ma è quella che riguarda i contenuti.

Cioè la riforma dei programmi?

Non tanto dei programmi. L’introduzione dei corsi di recupero, l’idea che si può essere fermati tra un biennio e l’altro era già contenuto nella riforma Moratti, ora si è concretizzata. E il ritorno ai voti? E’ la trasparenza, finalmente. E’ l’inizio di cambiamento epocale. Dobbiamo continuare su questa strada, cambiare mentalità. I tagli alla scuola sono la conseguenza della poca importanza che la scuola ha nel paese perché la restituzione di credibilità alla scuola passa attraverso un investimento. Allora bisogna cambiare la scuola perché meriti degli investimenti. Il sindacato non può fare solo cultura. E un ministro delle Finanze qualsiasi non farebbe tagli se credesse nella scuola.