FIRMATO
IL CONTRATTO per il biennio economico 2008-2009
E’ stato siglato nella tarda serata di ieri 17
dicembre 2008 il contratto per il biennio
economico 2008-2009.
La scelta di fondo, stante la esiguità delle
risorse disponibili (70 € medi lordo dipendente), è stata quella di
sottoscrivere un accordo limitato alla loro mera distribuzione integralmente
sul tabellare. Non è stato, quindi, possibile ipotizzare la soluzione di
numerose situazioni sul tappeto di rilevante valenza normativa, ma con inevitabili
riflessi economici per la loro copertura.
Per arrivare a questo che a prima vista può
sembrare un risultato riduttivo, si deve tener presente che :
·
per il 2008 il precedente Governo aveva
previsto la copertura della sola “vacanza contrattuale”;
·
per il 2009 era prevista la copertura,
secondo quanto previsto dal patto del ’93, della inflazione programmata che per
il biennio di riferimento è pari al 3,2% e che entro questo tetto sono già
stati sottoscritti numerosi altri contratti dell’area del pubblico impiego;
·
la situazione economica attuale è sotto gli
occhi di tutti, al di là delle strumentalizzazioni di cui si avvalgono, seppur
in modo diverso, diverse forze politiche e alcuni sindacati;
·
di fatto il contratto si riduceva ad essere
un “contratto ponte” di un anno: il 2009;
·
per gli anni a partire dal 2010 è prevista,
infatti, una revisione delle regole contrattuali che dovrebbe superare i limiti
del patto del ’93 la cui applicazione non è certamente più sostenibile perché,
come denunciato da tempo dal nostro sindacato, non garantisce la copertura del
potere d’acquisto di salari e pensioni;
·
si è dovuto sostenere un lungo braccio di
ferro su alcuni aspetti che erano legati alla “direttiva” che il Governo aveva
inviato all’ARAN e che, come ben noto, ipotizzava:
ü l’
uso di una percentuale di tali risorse per la contrattazione decentrata;
ü l’utilizzo
dell’attuale consistenza del fondo d’istituto per “politiche per la
produttività ed incentivazione del merito individuale e collettivo”.
Una volta ottenuto che la distribuzione
delle risorse economiche disponibili andasse integralmente al tabellare, e
nella fondata convinzione che non vi fossero margini per ottenere risorse
aggiuntive in questo periodo, si è andati verso la sottoscrizione dell’accordo,
ratificando di fatto lo stesso come un “contratto ponte di un anno”,
sottoscritto oltre che dallo SNALS-CONFSAL anche da CISL, UIL e GILDA. Come era
facilmente prevedibile la CGIL, in analogia a quanto ha già fatto anche per gli
altri contratti, non ha firmato con motivazioni che, in relazione alla
limitatezza delle risorse, sono ovvie e condivisibili ma non tengono conto del
fatto che, senza la sottoscrizione del contratto, i lavoratori non avrebbero
neppure avuto questo seppur limitato incremento stipendiale e che lo stesso
produce i migliori effetti possibili anche sul piano previdenziale di
pensionabilità e di fruibilità per la buonuscita. Il protrarre la trattativa, senza
alcuna motivata possibilità di miglioramento, determinava solo rischi e non
avrebbe prodotto nessun possibile vantaggio.
In sede finale di sottoscrizione si è
ottenuto anche che le risorse destinate a finanziare il fondo d’istituto per i
parametri relativi al numero complessivo degli addetti e per l’ulteriore quota
relativa al numero dei docenti per gli istituti di 2° grado fossero confermate,
mentre è stato rideterminato, con una lieve riduzione, quello relativo ai punti
di erogazione del servizio per l’inserimento tra gli stessi dei corsi serali,
dei centri territoriali permanenti, delle istituzioni educative (convitti) e
delle scuole carcerarie che nel precedente biennio non erano state conteggiate.
Di particolare rilevanza politico-sindacale
in prospettiva è la nota a verbale congiunta di ARAN e OO.SS. firmatarie con cui “le parti firmatarie del presente CCNL
convengono sulla necessità di rivedere,
nel prossimo rinnovo contrattuale, l’attuale struttura della retribuzione allo
scopo di semplificarne il contenuto anche in relazione ai diversi ambiti di
intervento della contrattazione nazionale finalizzata alla definizione delle
componenti fisse della retribuzione e della contrattazione collettiva volta a
definire il salario accessorio per la valorizzazione della prestazione
lavorativa”. In pratica si sono gettate le basi per il conglobamento tra
accessorio generalizzato, determinato a livello di CCNL, (RPD per i docenti,
CIA per il personale ATA, indennità di direzione per i DSGA) col tabellare
(definizione delle componenti fisse della retribuzione a livello di CCNL) con i
benefici connessi sia sul piano previdenziale, sia sul piano di non
assoggettare quote consistenti di salario alla riduzione per malattia. Questo
era uno degli obiettivi che si è tentato di far passare, seppure gradualmente e
con una prima quota percentuale, in sede di sottoscrizione del contratto. Ciò
non è stato possibile per la totale e assoluta chiusura del ministero
dell’economia oltre che per gli inevitabili rischi di mancata registrazione del
contratto da parte della Corte dei Conti.
Restano comunque valide le sequenze
contrattuali ancora da definire e derivanti dal CCNL relativo al quadriennio
normativo 2006-2009.
Su altre tematiche normative relative sia al
personale docente che ATA, sia per il personale ITD le OO.SS. firmatarie si
sono riservate di produrre apposite note a verbale.
Resta comunque fermo l’impegno dello
SNALS-CONFSAL a perseguire sia la
revisione del decreto “Brunetta” relativo alla riduzione della retribuzione
accessoria per malattia sia l’estensione alla scuola dei benefici fiscali sulla
retribuzione accessoria. Tale impegno è suffragato da quanto sottoscritto nel recente accordo di Palazzo Chigi