Agenzia Reuters

ROMA, 15 luglio (Reuters) - E' stato presentato l'emendamento che innalzerà gradualmente l'età pensionabile delle donne nella pubblica amministrazione a 65 anni, così come richiesto dalla Corte di Giustizia europea. Si tratta di una misura graduale che farà aumentare di un anno il requisito anagrafico ogni biennio a partire dal primo gennaio 2010.

"A decorrere dal primo gennaio 2010, per le predette lavoratrici il requisito angrafico di sessanta anni [...] sono incrementati di un anno", si legge nell'emendamento.

"Tali requisiti anagrafici sono ulteriormente incrementati di un anno, a decorrere dal primo gennaio 2012, nonché di un ulteriore anno per ogni biennio successivo, fino al raggiungimento dell'età di 65 anni", spiega il testo.

Le donne della pubblica amministrazione andranno dunque in pensione a 61 anni dal 2010, a 62 anni dal 2012, a 63 anni dal 2014, a 64 anni dal 2016 e a 65 anni dal 2018.

Coloro che hanno maturato entro la fine dell'anno, ovvero al 31 dicembre 2009, "i requisiti di età e di anzianità contributiva previsti dalla normativa vigente [...] conseguono il diritto alla prestazione pesnionistica secondo la predetta normativa e possono chiedere all'ente di appartenenza la certificazione di tale diritto".

"A decorrere dal primo gennaio 2015 i requisiti di età anagrafica per l'accesso al sistema pensionistico italiano sono adeguati all'incremento della speranza di vita accertato dall'Istituto nazionale di statistica e validato dall'Eurostat, con riferimento al quinquennio precedente", si legge nel secondo comma dell'articolo 22-bis dell'emendamento.

Il regolamento con la normativa tecnica di attuazione dovrà essere emanato entro il dicembre 2014. "In sede di prima attuazione, l'incremento dell'età pensionabile riferito al primo quinquennio antecedente non può comunque superare i tre mesi".